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La storia del rum Arecha costituisce la continuità e la tradizione ronera cubana.
Don José Arechabala, en Cárdenas, proveniente dalla Spagna, creò la prima distilleria nella parte occidentale del paese nel 1878 dando vita ai marchi Havana Club e Arechabala che furono di eccezzionale importanza per l’economia di Cuba.
Dopo la rivoluzione cubana del 1959, la ditta fu espropriata, la famiglia emigrò e il marchiò divenne Arecha. Da allora continua ad essere prodotto con metodi tradizionali dagli esperti maestros roneros cubani.
Nel 2004 il Governo cubano ha inserito Arecha in una lista di rum tradizionali e di qualità, da difendere con l’imposizione di precise regole di produzione. Tutti i rum Arecha sono distillati, invecchiati e imbottigliati interamente a Cuba nella distilleria “El Valle” a Pinar del Rio di proprietà della Empresa de Bebidas y Refrescos.
Un rum con una grande storia e di alta qualità, con tutto il fascino del prodotto tipico che è rimasto tale nel tempo.
José Arechabala, S.A.
Fondata nel 1878 come “La Vizcaya” da un 31enne immigrato spagnolo, l’Industrias Arechabala S.A. crebbe fino a far diventare José Arechabala il più grande datore di lavoro di Cárdenas. Fu riconosciuto come “Eminente Benefattore” del Comune di Cardenas e fondatore di una delle aziende più importanti di Cuba. José Arechabala y Aldama, come tanti giovani spagnoli prima e dopo di lui, cercava fortuna a Cuba. L’Isola era ormai quasi tutto quello che restava alla Spagna delle sue antiche colonie, di quell’impero su cui, si diceva con orgoglio, “non tramonta mai il sole”. Arrivò all’Havana nel 1862, all’età di 15 anni. Venuto dalla natia Gordejuela in Vizcaya (Spagna) pieno di ambizione ed energie. Conosciuto come un uomo di carattere e di alto valore morale, sedici anni dopo il suo arrivo, si mise in proprio fondando una piccola distilleria nella città che aveva scelto per la sua famiglia e per creare la sua fortuna. Cárdenas era allora una città nuova, vivace, con un’industria ferroviaria enorme, un porto trafficato e nuova ricchezza visibile ovunque. Nel 1888 la sua azienda era cresciuta così tanto che fu in grado di continuare a prosperare anche dopo aver subito una perdita di più di $ 50,000.00 di danni causati da un terribile uragano che aveva colpito Cardenas quell’anno.
Nel 1921, fu costituita la società con il nome di “José Arechabala, S.A.” e Don José ne divenne il primo presidente anche se aveva già 77 anni e suo genero, José y Arechabala Sainz, ne divenne il primo “direttore” (o amministratore delegato). Don José morì solo due anni dopo, il 15 marzo, 1923. La morte di Don Jose segnò l’inizio di una serie di tragedie che colpirono l’azienda. Nel 1924 il suo successore fu ucciso da sequestratori che, senza successo, lo avevano rapito a scopo di estorsione, e quindi il successore del successore, un altro genero, Gabriel Malet y Rodriguez, morì ancora giovane solo due anni dopo, nel 1926. In seguito anche la figlia di Don Jose , la vedova del genero-assassinato, subì minacce di violenza per estorsione. Il dipartimento di polizia di Cárdenas riuscì a catturare i ricattatori grazie ad un ufficiale vestito da donna che si presentò all’appuntamento al posto della figlia.
Colpiti dalle recenti tragedie e ritenendo la loro sicurezza personale in pericolo, la maggior parte degli eredi alla fortuna Arechabala partì per la Spagna. Alcuni tornarono, ma molti rimasero per decenni in Spagna dipendendo dal lavoro di un lontano parente che inviava loro i dividendi annuali relativi agli affari della Arechabala Industries.
Ritratti del Fondatore e sua moglie: Don Jose Arechabala y Aldama, 1847 – 1923, Doña Carmen Garcia Hurtado de Mendoza e, 1853-1919.
Ventiquattro anni prima, nel 1902, Don José aveva prima portato il suo pronipote 12 enne e figlioccio, José Fermín Iturrioz y Llaguno, “Josechu”, a lavorare con lui in fabbrica facendogli fare piccoli lavoretti come spazzare i pavimenti. ll bambino però era più interessato a rimanere a scuola, invece di che a cercare un lavoro permanente nella società. Il giovane Josechu era il figlio di sua nipote Juana Llaguno y Arechabala e del magazziniere della società, Fermin Iturrioz Michelena, che Juana aveva incontrato mentre vivono in casa Arechabala dopo essersi trasferiti dalla Spagna a Cárdenas. La coppia si sposò nel 1889 ed ebbero 5 figli, ma l’anziano Iturrioz, morì nel 1903 lasciando la sua vedova e quattro bambini piccoli, di cui Josechu era il più vecchio. Così a 13, Josechu divenne il capo della sua famiglia, dovette trovare un modo per continuare la sua formazione ed a contribuire al sostentamento della famiglia. Dopo aver lavorato brevemente per un’altra azienda mentre andava a scuola, a 17 Josechu tornò a lavorare alla Arechabala. Prese il nome dal suo padrino, Josechu Iturrioz e fu presto riconosciuto come un giovane brillante che si dimostrò eccellente uomo d’affari al fianco di Don José. Josechu era l’uomo scelto dalla famiglia per prendere in mano le redini della società nel 1926, alla morte di Gabriel Malet y Rodriguez. A quel tempo, Cárdenas era ancora nel bel mezzo di un declino economico iniziato prima della fine del secolo. Il crollo della borsa di New York era a soli 3 anni di distanza e gli Stati Uniti erano nel mezzo del proibizionismo, che sarebbe durata dal 1919 fino al 1933. Cárdenas aveva perso gran parte della sua forza industriale, la compagnia ferroviaria venne spostata a L’Havana e subì anche la corrispondente perdita di popolazione e ricchezza, che si trasferì nella capitale.
Ma Josechu Iturrioz fu l’uomo che prese la Arechabala (ed anche Cárdenas) e le portà nel cuore del 20° secolo. Quasi dagli inizi della sua carriera al timone della società, collaborò con un giovane brillante ingegnere di nome Manuel F. Arias. Con il senso degli affari e della direzione di Iturrioz e la padronanza di trasformare i sogni in realtà di Arias, la società scalò vette senza precedenti per l’economia cubana.
José Fermín Iturrioz “Josechu” e sua moglie, la signora Onelia Mendez;
la loro bella tenuta sulla spiaggia di Varadero, “Josone” è stato trasformata dal regime di Castro in un parco con diversi ristoranti per i turisti, ma
si parla molto poco della sua storia. Prima di diventare un parco turistico, la
struttura è stata riservata per la visita dei capi di stato comunisti.
Salvador Allende del Cile e Leonid Brezhnev sono noti per aver alloggiato lì.
Il declino decennale dell’economia Cárdenas è dovuto in gran parte alla ridotta superficie del porto della città. Le imbarcazioni marittime avevano continuato a crescere in dimensioni ed il porto era diventato sempre più obsoleto, facendo scegliere come porto commerciale di Cuba alle compagnie di navigazione internazionali L’Havana e Matanzas. L’utilizzo di luci nel porto si era reso necessario per il carico e lo scarico delle navi facendo lievitare moltissimo il trasporto dell’acqua attraverso Cardenas.
Già nel periodo coloniale era stato disegnato un progetto per allargare il porto. Ma non venne mai attuato. Verso la fine del 1924 un gruppo di ricchi politici avevano ottenuto un finanziamento di 700.000 per l’allargamento del porto, per costruire un molo/Frangiflutti e formare un monopolio della durata di 50 anni per far transitare tutti i trasporti attraverso il porto di Cadenas. Il progetto è stato poi fermato dal nuovo governo rivoluzionario del Gerardo Machado, ma il denaro è sparito e il lavoro è stato lasciato incompiuto.
Arechabala aveva i suoi moli e banchine ma con le limitazioni derivanti dal porto poco profondo. I pontili di Cárdenas erano vecchi e obsoleti ed infestati dai topi ed avevano un disperato bisogno di sostituzione. Erano il riflesso dei tempi di crisi economica che affliggevano l’intera città. Questo era il mondo ereditato da Josechu Iturrioz nel 1926 quando ha assunto la direzione della società e subito si mise a cambiarla. Cárdenas il 1 ° settembre 1933 fu purtroppo (o per fortuna) colpita da un altro uragano che fece più di un centinaio di feriti e oltre 30 morti distruggendo i moli della città. Questa volta Arechabala subì perdite per oltre $ 500.000,00 causate dall’uragano.
Dopo aver rimesso di nuovo in piedi l’azienda dopo la tempesta, Iturrioz e Arias si prefiggono di porre rimedio al problema che era vecchio come Cárdenas stessa ovvero di approfondire il porto e la costruzione di un impianto portuale moderna e permanente. La Arechabala, S.A. schierò talento ingegneristico, attrezzature, e la manodopera necessaria per questo immenso lavoro iniziando il dragaggio del porto e la costruzione della “Espigon” (molo) nel 1939. Per quattro anni, innumerevoli cittadini di Cárdenas sono stati impiegati in questo compito monumentale.
Nel 1944 il lavoro non solo era stato completato, ma Cárdenas aveva anche un nuovo litorale con un lungomare, nuovi spazi verdi, un porto turistico e un monumento che commemora il primo innalzamento della bandiera di Cuba sul suolo cubano. Sei anni più tardi, nel 1950, Cárdenas sarebbe stata teatro di splendide celebrazioni del centenario della bandiera. A sua volta, La Arechabala ora aveva a sua disposizione un nuovo impianto portuale con possibilità illimitate per la il proprio sviluppo.
Così fu per molti anni fino all’avvento del regime di Fidel Castro che espropriò la Arechabala.
Il regime prese anche il nome di “Ron Havana Club” e ora produce il prodotto in una distilleria a L’Havana. Foto recenti mostrano il complesso Arechabala fatiscente con una didascalia che cita solo: “Raffineria di zucchero, Cárdenas”
Questa la lista dei prodotti fabbricati dalle industrie Arechabala alla fine degli anni ’50 ed i prodotti stranieri che importati per il consumo interno a Cuba:
Produzione:
• ZUCCHERO RAFFINATO
• CARAMELLE
• RUM HAVANA CLUB
• BRANDY RELICARIO
• CREME ARECHABALA
• QUIRINALE VERMOUTH
• ARECHABALA COGNAC
• RUM CAÑA
• ALCOL-ELITE
• ALCOL NATURALE
• COMBUSTIBILI
Importazioni:
• WHISKY MARTIN’S 20 ANNI
• WHISKY CHIVAS REGAL
• GIN STERLING
• VINI DA TAVOLA DI SPAGNOLI
• WHISKY HARWOOD’S SPECIAL
Un profilo aziendale della Arechabala rivela durante lo stesso periodo le seguenti attività:
• Zucchero, capacità di stoccaggio di 2 milioni 325 libbre sacchi;
• uno delle più antiche e produttive raffinerie di zucchero a Cuba con moderne attrezzature;
• un impianto per la produzione di caramelle di altissima qualità controllata;
• un impianto per la produzione di sciroppo;
• un impianto per la produzione melassa con una capacità di 5 milioni di litri;
• la più grande ed antica distilleria di alcool, liquori e rum di Cuba;
• cantine per l’invecchiamento di milioni di litri di rum;
• un impianto di produzione di liquori;
• uno stabilimento per la produzione di barili;
• impianto di petrolio;
• un impianto di idrocarburi – aprendo la strada all’uso di alcol, come carburante;
• un impianto per la fabbricazione della carta, aprendo la strada all’uso della bagassa (scarti della canna da zucchero pressata) come materia prima;
• una linea navale;
• un porto marittimo;
• un cantiere navale (iniziato durante la seconda guerra mondiale quando le navi per il commercio con gli Stati Uniti erano scarse).
Una delle cose che hanno caratterizzato l’amministrazione della Arechabalas di Josechu Iturrioz è stata la sua costante ricerca per portare nuova industrie a Cardenas al fine di fornire più posti di lavoro per i suoi cittadini. La fabbrica di sacchi di iuta, l’impianto di carta di bagassa e la fabbrica di caramelle sono stati i principali esempi. Negli anni quaranta l’azienda ha colto al volo l’opportunità di un contratto con l’americana “Charms” per costruire la fabbrica di caramelle giganti, che ha prodotte con altissima qualità per il consumo a Cuba e negli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale 1.024 Cardenensi hanno lavorato in quella fabbrica, soddisfacendo i palati più golosi di un paese in guerra. Più tardi Arechabalas ha acquistato la fabbrica da Charms ed ha contianuato da sola la produzione di ottime caramelle.
Nonostante il suo successo negli affari e dell’industria suoi successi le maggiori doti di Josechu Iturrioz furono la sua umanità, onestà, onore e dedizione alla Chiesa, la famiglia e la società. Si riferiva alla Arechavala chiamandola “La Casa”.
Durante i 50 anni della sua vita dedicò il suo lavoro, le sue energie la rettitudine dei suoi principi, la coerenza e l’entusiasmo per il successo della Casa, non solo per gli azionisti, ma per il miglioramento di tutti. Josechu Iturrioz riuscì a portare prestigio, affidabilità e onorabilità alla Arechabalas.
Tratto dal libro “JOSE Arechabala, S.A. NEL SUO 75 ° ANNIVERSARIO 1878-1953 1954”